CAR-T e Advanced Practice Nursing: dalla gestione clinica all’empowerment del paziente
La terapia CAR-T apre nuove sfide assistenziali. Gli infermieri di pratica avanzata diventano registi del percorso: gestione clinica, educazione e sostegno a pazienti e caregiver.
La terapia con cellule CAR-T ha rivoluzionato il trattamento di alcune neoplasie ematologiche, come linfomi B e mieloma multiplo. Una rivoluzione che non riguarda solo i pazienti e i medici, ma anche noi infermieri: il percorso CAR-T porta con sé nuove sfide cliniche, organizzative ed educative. Gli infermieri di pratica avanzata (APN) sono oggi protagonisti fondamentali nel coordinare e accompagnare pazienti e caregiver lungo l’intero percorso terapeutico. Questo articolo riporta una una revisione narrativa della letteratura, con un taglio descrittivo e prospettico, che esplora il ruolo degli APN nella gestione dei pazienti sottoposti a terapia CAR-T, analizzando le evidenze disponibili e proponendo prospettive future per la pratica clinica.
Il contributo degli APN è emerso come centrale e multidimensionale, in particolare per quanto riguarda:
- Il supporto continuo al paziente. Gli APN diventano un punto di riferimento costante per il paziente e la famiglia, in un percorso spesso percepito come incerto, difficile e pieno di ansie. La loro presenza rassicura, offre continuità e facilita l’accesso alle informazioni.
- La gestione dei sintomi. Gli effetti collaterali della terapia possono essere gravi (come la sindrome da rilascio di citochine e la neurotossicità), ma anche persistenti (fatica, perdita di memoria, ansia). L’APN si occupa della valutazione e del riconoscimento precoce di segni e sintomi, del trattamento e del follow-up anche dopo la dimissione, adattando gli interventi alle esigenze individuali dei pazienti.
- La qualità della vita (HRQoL). Nonostante un peggioramento iniziale dopo l’infusione, la maggior parte dei pazienti mostra un recupero della qualità della vita già entro 3-6 mesi, spesso superiore a quella dei pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali. Tuttavia, circa il 25% dei pazienti riferisce persistenti problemi psicologici (ansia, depressione, stress).
- Il ruolo educativo e di consulente. Gli APN educano pazienti e caregiver su ogni fase del trattamento — dalla raccolta dei linfociti fino al follow-up — e li aiutano a sviluppare competenze di self-management, fondamentali in un percorso come quello delle CAR-T.
- L’impatto sui caregiver. Il percorso CAR-T coinvolge attivamente anche i caregiver, che possono vivere momenti di forte stress. Gli APN si occupano anche del loro sostegno, offrendo educazione, ascolto e collegamenti con servizi sociali o psicologici.
Gli APN possono diventare figure chiave in ambito emato-oncologico, dei “registi” capaci di unire competenze cliniche, educative, organizzative ed etiche. Sono promotori della cura personalizzata, facilitatori della comunicazione all’interno del team e mediatori nelle scelte difficili.
Infatti, come è noto, il percorso clinico non finisce con l’infusione delle cellule CAR-T. L’APN può accompagnare i pazienti anche dopo la fase acuta, monitorando eventuali effetti collaterali a lungo termine e aiutandoli nel reinserimento nella vita quotidiana.
Il messaggio dunque da portare a casa è semplice ma potente: l’integrazione degli infermieri di pratica avanzata nel percorso CAR-T è una vera opportunità per trasformare la cura emato-oncologica, rendendola più vicina ai bisogni reali dei pazienti, più sicura e orientata al futuro.
2) WA Bethge et al. GLA/DRST real-world outcome analysis of CAR T-cell therapies for large B-cell lymphoma in Germany
3) CA Jacobson et al. Real-world evidence of axicabtagene ciloleucel for the treatment of large B cell lymphoma in the United States